giovedì 1 novembre 2012

SENZA PARTITI, E' POSSIBILE UNA DEMOCRAZIA


Ogni partito rappresenta una parte dei cittadini o di un popolo inteso ad ottenere qualcosa rispetto a tutto il corpo sociale e questi , alleandosi , pur essendo una piccola minoranza riconosciuta nelle istituzioni, diventano subito una forza in grado di difendere i propri interessi e favorire il voto di scambio con promesse ai propri aderenti . Queste promesse possono andare anche a discapito della maggioranza del popolo, ma poco importa, anzi tutto diventa normale con leggi ad hoc.

Il loro obiettivo palese è difendere gli interessi di alcuni settori della società innanzitutto, e proprio con questa finalità entrano nelle istituzioni quando ottengono il governo .
Infatti senza promesse non si ottiene nessun voto ,né la possibilità di governare ; più si riesce ad essere credibili con le promesse , più si ottengono voti e favori . Ad esempio, basta creare una nuova o vecchia professione per legge in una data regione e dare il posto a qualche migliaia di associati  e organizzarli  in partito per governare in perpetuo in quella regione . Quelle migliaia di voti con le loro famiglie saranno stabili e assicureranno il potere per un lungo periodo . Al partito non interessa minimamente ciò che è giusto o ingiusto per tutto il corpo sociale , egli è legato ad alleanze di governo ,a interessi economici precisi , pure ad alleanze transnazionali …. . IL governo , il potere invece , rappresenta il bene comune di tutti ,la giustizia per tutti, la possibilità di vita e sviluppo sociale per tutti senza favorire nessuna alleanza o interessi particolari se possono essere a discapito del popolo ,della democrazia . La Giustizia poi si basa su valori universali condivisi da tutti oppure non condivisi ,perché ci sono da sempre , sono universali , e sono la garanzia per il governo del bene comune . Senza questi non c’è bene comune ! Bene comune da non confondere con la natura selvaggia dell’uomo,i suoi istinti , da governare con la clava per calmarlo e renderlo razionale .

Possiamo avere due tipi di partiti ; uno di tipo ideologico, spesso legato sempre a determinati interessi economici di alcuni settori sociali, seppure dei più poveri ,e uno di tipo più dichiaratamente finalizzato a ottenere vantaggi economici o di potere. Questo secondo tipo di partito potrebbe caratterizzarsi più come movimento . Con il riconoscimento delle lobby poi è solo una questione economica per governare senza neppure avere i voti di un determinato settore sociale , senza essere nemmeno una corporazione di tesserati di un dato settore produttivo . Le lobby delle assicurazioni ,delle banche ,come quelle dei produttori di farmaci, delle scommesse ad esempio, ottengono leggi a favore a suon dollari , senza nessun voto popolare, né partito di minoranza o maggioranza .

La democrazia dovrebbe difendere il bene comune di tutti, regolarne la vita , ma la maggiore minaccia a questo bene comune sono proprio i partiti a cui interessa magari spesso una giustizia parziale e marginale, tutta finalizzata a particolari interessi . Approfittando di questa debolezza democratica con la presenza dei partiti , anzi diventando un partito esso stesso in forma palese o segreta , la delinquenza può governare tranquilla e crescere indisturbata . Scopo dei partiti , anche di quelli ideologici alla fine è fare gli interessi delle fratellanze degli associati e in nulla si distinguono dalle sette e fraternità segrete che hanno lo stesso ruolo di aiuto reciproco nel sistema sociale di un popolo . Ecco perché il primo obiettivo di una vera democrazia dovrebbe essere la lotta a ogni forma segreta di associazionismo perché è  contro ogni sistema sociale . Il secondo obiettivo di una democrazia, per bene governare ,dovrebbe essere la lotta senza quartiere a ogni formazione partitica , specialmente se con finalità ideologiche dichiarate a forma di dottrina universale.Sono partiti che diventano utopie religiose perchè danno regole su tutta la vita umana , non solo nell ambito politico .  Queste dottrine o utopie possono scalfire seriamente l’ impianto dei valori su cui si poggia un potere che difende il bene comune . Per eleggere un consigliere , per eleggere un sindaco, per eleggere dei rappresentanti di categorie lavorative in un governo , non c’è bisogno di nessun partito . Basta iscrivere il proprio nome in un albo comunale dei cittadini aperto a determinate persone che danno garanzia di obiettività.

La somma della rovina politica si ha quando questi partiti si fanno finanziare per legge . Tutti i cittadini debbono contribuire a mantenerli e a farli rimanere per legge .
I partiti sono la degenerazione della democrazia , da non confondere con i movimenti finalizzati ad ottenere dei supposti diritti che reputa giusti in determinate situazioni nel corpo sociale nazionale , ma questi movimenti dovrebbero immediatamente sciogliersi una volta ottenuti i loro scopi altrimenti si



http://www.francocenerelli.com/antologia/libroverde/indice.htm

I PARLAMENTI

I parlamenti sono la spina dorsale della democrazia tradizionale moderna, regnante oggi nel mondo. Il parlamento è una rappresentanza ingannatrice del popolo ed i sistemi parlamentari costituiscono una falsa soluzione del problema della democrazia. Il parlamento è costituito fondamentalmente come rappresentante del popolo, ma questo principio è in se stesso non democratico, perché democrazia significa potere del popolo e non un potere in rappresentanza di esso. L’esistenza stessa di un parlamento significa assenza del popolo. La vera democrazia, però, non può esistere se non con la presenza di rappresentanti di questo. I parlamenti, escludendo le masse dall’esercizio del potere, e riservandosi a proprio vantaggio la sovranità popolare, sono divenuti una barriera legale tra il popolo e il potere. Al popolo non resta che la falsa apparenza della democrazia, che si manifesta nelle lunghe file di elettori venuti a deporre nelle urne i loro voti. Per mettere a nudo il vero volto del parlamento, dobbiamo esaminare la sua origine. Il parlamento è eletto nelle circoscrizioni elettoriali, oppure è costituito da un partito o da una coalizione di partiti, o per designazione dall’alto. Nessuna di queste procedure è democratica, perché la ripartizione degli abitanti in circoscrizioni elettoriali significa che un solo deputato rappresenta, a seconda del numero degli abitanti, centinaia o centinaia di migliaia o milioni di cittadini. Significa, inoltre, che il deputato non è legato ai suoi elettori da un rapporto organico popolare, in quanto, secondo la tesi della democrazia tradizionale oggi attuata, egli è considerato il rappresentante di tutto il popolo, alla pari degli altri deputati. Le masse, quindi, sono separate completamente dal loro rappresentante, ed egli, a sua volta, è completamente separato da esse. Infatti, subito dopo la sua elezione, egli usurpa la sua sovranità ed agisce al loro posto. La democrazia tradizionale, dominante oggi nel mondo, riveste i membri del parlamento di una sacralità e da una immunità che nega invece al singolo cittadino. Questo significa che i parlamenti sono divenuti uno strumento per usurpare e monopolizzare a proprio vantaggio il potere del popolo. Questo è il motivo per cui è divenuto, oggi, diritto dei popoli lottare, attraverso la rivoluzione popolare, per distruggere questi strumenti di monopolio della democrazia e della sovranità che si denominano parlamenti, i quali usurpano la volontà delle masse. E’ diritto dei popoli proclamare solennemente il nuovo principio: "Nessuna rappresentanza al posto del popolo". Quando il parlamento è il risultato della vittoria elettorale di un partito, è il parlamento del partito e non del popolo. Rappresenta il partito e non il popolo ed il potere esecutivo detenuto dal parlamento è il potere del partito vincitore e non del popolo. Lo vale per il parlamento in cui ogni partito dispone di un certo numero d seggi. Infatti, i titolari dei seggi rappresentano il loro partito e non il popolo; il potere esercitato da tale coalizione è il potere dei partiti coalizzati e non il potere del popolo. In questi sistemi di governo, il popolo è la preda è la preda per la quale ci si batte. Il popolo è la vittima ingannata e sfruttata dagli organismi politici che combattono per giungere al potere per strappare dei voti al popolo mentre questo si allinea silenzioso in lunghe file, che si muovono come un rosario, al fine di deporre il suo voto nelle urne, nello stesso modo in cui si gettano altre carte nel cestino di rifiuti. Questa è la democrazia tradizionale attuata nel mondo intero, sia che si tratti di un sistema monopartitico, di un sistema bipartitico o pluripartitico o perfino di un sistema senza alcun partito; diventa, così, evidente che la "rappresentanza è un’impostura". Quanto alle assemblee che si formano per designazione o per successione ereditaria, esse non hanno nessuna caratteristica democratica. Inoltre, siccome il sistema di elezione dei parlamenti si forma sulla propaganda per ottenere voti è, di conseguenza, un sistema demagogico nel vero senso della parola. I voti possono essere comprati o falsificati; per questo, il povero non può affrontare le battaglie elettorali, in cui vince sempre e soltanto il ricco. Furono i filosofi, i pensatori e gli autori politici che sostennero la teoria della rappresentanza parlamentare, quando i popoli erano ignoranti e guidati come pecore da re, sultani, conquistatori. L’aspirazione ultima dei popoli era, allora, di avere qualcuno che li rappresentasse dinnanzi ai governanti. Perfino questa aspirazione fu loro negata e per ottenerla i popoli affrontarono lunghe e dure lotte. E’ dunque irragionevole oggi, dopo la vittoria dell’era delle repubbliche e l’inizio dell’era delle masse, che la democrazia sia la formazione di un piccolo gruppo di deputati, che agiscono in nome delle grandi masse popolari. E’ una teoria antiquata ed una esperienza superata. Il potere deve essere interamente del popolo. Le più tiranniche dittature che il mondo abbia mai conosciuto si sono instaurate all’ombra dei parlamenti.


IL PARTITO

Il partito è la dittatura contemporanea. E’ lo strumento di governo delle moderne dittature poiché rappresenta il potere di una parte sul tutto. E’ il più recente sistema dittatoriale. Poiché il partito non è un individuo, esso da luogo a un’apparente democrazia, formando assemblee e comitati senza contare la propaganda svolta dai suoi membri. Il partito non è affatto un organo democratico poiché è composto da individui che hanno o gli stessi interessi o le stesse opinioni o la stessa cultura o che appartengono alla stessa regione o che hanno la stessa ideologia. Essi formano un partito per realizzare i loro interessi o per imporre le loro opinioni o per estendere il potere della loro dottrina a tutte le società. Il loro obbiettivo è giungere al potere con il pretesto di attuare i loro programmi. Non è democraticamente ammissibile che uno qualsiasi di questi gruppi governi l’intero popolo, che è formato da numerosi interessi, idee, temperamenti, luoghi di provenienza e credi. Il partito è uno strumento di governo dittatoriale in quanto permette a coloro che hanno le stesse opinioni e gli stessi interessi di governare il popolo nel suo insieme. Rispetto al popolo, il partito è una minoranza. Lo scopo che determina la formazione di un partito è quello di creare uno strumento per governare il popolo, in altre parole, di governare tramite il partito su coloro che sono al di fuori di esso. Il partito, infatti, si fonda essenzialmente su una teoria autoritaria ed arbitraria... vale a dire sul dispositismo dei membri del partito sugli altri elementi del popolo. Il partito afferma che l’accesso al potere è il mezzo per realizzare i propri obiettivi, pretendendo che questi obiettivi, siano quelli del popolo. Questa è la teoria che giustifica la dittatura del partito ed è la stessa teoria su cui si fonda qualsiasi dittatura. Qualunque sia il numero dei partiti, la teoria è sempre la stessa. L’esistenza di più partiti inasprisce la lotta per il potere, che si risolve nella distruzione di ogni conquista del popolo e nel sabotaggio di ogni programma di sviluppo della società. Questa distruzione serve da preteso (al partito di opposizione) per giustificare il tentativo di indebolire la posizione del partito al potere, allo scopo di prenderne il posto. La lotta tra i partiti, se non si risolve nella lotta armata, il che avviene raramente, si svolge per mezzo della critica e della denigrazione reciproca. E’ una lotta che si combatte inevitabilmente a danno degli interessi vitali e supremi della società e da ciò consegue che una parte o tutti gli interessi della società cadranno vittime della lotta dei partiti per giungere al potere. Infatti, è nella distribuzione stessa di questi interessi che il partito o i partiti all’opposizione trovano la giustificazione della loro controversia con il partito al potere. Il partito all’opposizione per giungere al potere deve abbattere lo strumento di governo che è al potere. Per fare questo deve distruggerne le realizzazioni e denigrarne i programmi anche se sono utili alla società. Di conseguenza, gli interessi ed i programmi della società diventano vittime della lotta dei partiti per giungere al potere. Certo, il conflitto nato dalla molteplicità dei partiti suscita un’intensa attività politica, ma rimane sempre il fatto che tale conflitto è, da una parte, politicamente, socialmente ed economicamente distruttivo per la società e, dall’altra, si risolve sempre con la vittoria di un altro strumento di governo identico al precedente; vale a dire con la caduta di un partito e con la vittoria di un altro. E’ sempre la sconfitta del popolo e, quindi, la sconfitta della democrazia. Inoltre i partiti possono essere comprati o corrotti sia dall’interno che dall’esterno. Originariamente il partito nasce come rappresentante del popolo, poi la direzione del partito diventa la rappresentante dei membri del partito, e il presidente del partito diventa il rappresentante della direzione del partito. E’ chiaro così che il gioco dei partiti è un’ingannevole farsa fondata su una caricatura di democrazia dal contenuto egoista e fondata sul gioco degli intrighi e delle manovre politiche. Tutto questo conferma che il partitismo è uno strumento della dittatura moderna. E’ una dittatura che si presenta apertamente, senza maschera, e che il mondo non ha ancora superata. E’ realmente "la dittatura dell’epoca contemporanea". Il parlamento del partito vincitore e in realtà il parlamento del partito; il potere esecutivo designato da questo parlamento è il potere del partito sul popolo. Il potere del partito, che dovrebbe essere al servizio del popolo intero, è in realtà nemico mortale di una parte di esso, di quella, cioè, costituita dal partito o dai partiti all’opposizione e dai loro sostenitori. L’opposizione non rappresenta il controllo popolare sul partito al potere; piuttosto, cerca, essa stessa, una possibilità di sostituirlo al potere. Secondo la tesi della democrazia moderna, il controllo legale appartiene al parlamento, la cui maggioranza è costituita da membri del partito al potere, vale a dire, che il controllo è nelle mani del partito che esercita tale controllo. Sono dunque evidenti l’impostura, la falsificazione, la inefficacia delle teorie politiche dominanti oggi nel mondo dalle quali scaturisce la democrazia tradizionale nella sua forma attuale. Il partito rappresenta soltanto una parte del popolo, ma la sovranità popolare è indivisibile. Il partito governa in nome del popolo, ma il principio fondamentale è che non deve esserci "nessuna rappresentanza al posto del popolo". Il partito è la tribù e la setta dell’età moderna. La società governata da un unico partito è identica a quella governata da un’unica tribù o da un’unica setta. Il partito, come abbiamo già affermato, rappresenta le opinioni, le ideologie, il luogo di provenienza di un solo gruppo della società. Il partito, quindi, è una minoranza rispetto all’intero popolo, così come lo sono la tribù e la setta. La minoranza ha gli stessi interessi e la stessa ideologia. Da questi interessi o da questa ideologia scaturiscono identiche opinioni. Non vi è nessuna differenza tra il partito e la tribù, eccezion fatta per il legame di sangue, che, d’altra parte, può esistere anche nel partito al momento della sua costituzione. La lotta dei partiti non differisce in alcun modo della lotta delle tribù o delle sette per ottenere il poter. Se il sistema tribale o settario è da rifiutare e da deplorare politicamente, si deve anche rifiutare e deplorare il sistema dei partiti, poiché tutti e due i sistemi precedono nello stesso modo e conducono allo stesso risultato. Per la società, la lotta dei partiti ha lo stesso effetto negativo e distruttivo della lotta tribale o settaria.
configurerebbero anche loro come partito per collocare i propri uomini nel ruolo di potere .

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